a cura di Mirco Comparini

1.1 Le origini del termine

L’origine del termine “franchising” è da far risalire alla parola francese “franchise” (“franchigia”) che, nel Medio Evo, indicava la concessione di un privilegio che il Re o il Signore concedeva rendendo autonomi cittadini e, addirittura, alti funzionari della Chiesa, che così ottenevano, i primi, la possibilità di tenere mercati o fiere o cacciare nelle sue terre, ed i secondi, il diritto a riscuotere i tributi necessari alle loro funzioni.
Stesso concetto di base è applicabile, anche se analizziamo il termine dal punto di vista anglosassone. Infatti, anche in tale lingua, la parola “franchise” è traducibile in “franchigia, immunità, privilegio” e, in alcuni casi, come “diritto di voto, di cittadinanza”.
Anche oggi, la parola “franchigia”, indica una situazione d’esonero sia per il settore fiscale, che per il settore commerciale in genere.
Come facilmente comprendibile, quindi, l’attuale parola “franchising” ha un po’ perso della sua originalità ed oggi sta ad indicare un contratto per il quale vedremo meglio successivamente la definizione e che, al fine di dare una traduzione del termine in italiano, viene individuato come “contratto di affiliazione commerciale” o, più in generale, “contratto di affiliazione”.

1.2 Le origini del franchising

Sulle origini dei primi contratti d’associazione, il cui spirito avrebbe dato origine a quello che poi si chiamerà “franchising”, esistono teorie diverse, talvolta contrastanti, riportate nella maggior parte delle opere editoriali che trattano l’argomento.
Come “concetto”, alcuni autori riportano che tutto sia cominciato addirittura in Germania nel 1840 quando una delle maggiori aziende produttrici di birra concesse ad alcune taverne il diritto di esclusiva nel vendere la birra prodotta.
Come “precursore” del moderno contratto è fatto riferimento5 al caso Singer Sewing Machine Company che, nel 1851, iniziò a distribuire le macchine da cucire attraverso un contratto di “franchise”. Come riportano alcuni autori , per alcuni studiosi della materia, il “caso Singer” viene, invece, fatto risalire agli anni trenta e addirittura, altri autori , fanno risalire il franchising ai “gerenti associati” (Usa) organizzati da F.Woolworth .
Come “sviluppo ed espansione” alcuni sostengono che il franchising abbia avuto inizio contemporaneamente, a cavallo tra la fine degli anni venti e l’inizio degli anni trenta, sia in Francia che negli USA, le quali, così, si contendono il primato di “primigenia”.
In Francia , presso il lanificio di Roubaix, il titolare Jean Prouvost aveva incaricato un giovane ingegnere del suo staff, Philippe Bouguignon, di realizzare la prima grande catena di magazzini specializzati nella vendita di lane da lavorare a maglia (“Laines du Pingouin”) con l’obiettivo di assicurare allo stabilimento appena costruito il rapido smaltimento della produzione di filati. Questi associò un certo numero di dettaglianti indipendenti al produttore mediante un contratto che garantiva loro l’esclusiva del marchio, peraltro lanciato e sostenuto da molteplici campagne pubblicitarie, in una zona ben definita e ben delineata. Tale contratto, a quell’epoca, non si chiamava ancora contratto di franchising, ma, nelle sue grandi linee, ne aveva già le caratteristiche e lo spirito.
All’inizio della seconda guerra mondiale, nel 1939, la rete Pingouin contava ben 350 franchisees e ad oggi, solo in Francia, sono oltre 1200.
Negli USA, agli inizi degli anni trenta, l’industria automobilistica si scontrava, invece, con l’applicazione delle leggi antitrust che proibivano, tra l’altro, ai costruttori l’integrazione verticale dei rivenditori. Per aggirare tale normativa, il direttore generale della General Motors mise a punto, con i legali dell’azienda, un contratto che associava in modo più liberale i rivenditori di auto con la casa madre. Ebbe, così, origine il primo contratto di franchising americano.
Come già accennato, alcuni sostengono che proprio in tale periodo, l’innovativa tecnica della General Motors, fu immediatamente seguita dalla Singer e dalle altre aziende più interessate dalla suddetta normativa antitrust seguite anche da altre ancora che utilizzarono tale metodologia per l’espansione aziendale.

1.3 Sviluppo storico del franchising

Il franchising (così come oggi conosciuto) è entrato a far parte del panorama economico alla fine del secondo conflitto mondiale.
La rapida crescita economica di tale periodo, derivante da una costante necessità di prodotti e servizi, fece presto individuare proprio il franchising come modello ideale per una rapida espansione delle aziende.
Gli anni ‘60 e ‘70 furono caratterizzati da un vero e proprio boom e, di conseguenza, emersero anche le lacune di tale settore economico.
Proprio in tale periodo, negli Stati Uniti, fu costituita l’I.F.A. (International Franchising Association) proprio per regolamentare l’intero settore del franchising e tutt’oggi è diretto riferimento del legislatore statunitense.
Alla fine degli anni ‘70, la Commissione Federale del Commercio USA introdusse l’obbligo, a carico degli affilianti, di fornire agli affiliati un documento (UFOC, UniForm Offering Circular) che riportasse informazioni basilari per coloro che intendessero “acquistare” (questa è il termine utilizzato dagli affilianti USA) una franchise (“to buy a franchise”), quali la storia della franchise, la composizione della dirigenza aziendale, la situazione finanziaria dell’affiliante, il contratto, una lista di tutti gli affiliati, ecc..
Oggi, come vedremo, anche nel nostro paese si sta sempre più diffondendo la conoscenza di cosa occorre fare e quali informazioni occorre avere prima di aderire ad una rete di franchising e la nuova legge è sicuramente un buon punto di riferimento.
In Italia fu la società Gamma, poi inglobata dalla Standa, a far emergere la formula franchising negli anni ‘70. La prima proposta fu il magazzino a prezzo unico UPIM nel 1970. Il primo sistema significativo di franchising è datato 1971, quando la Standa ricercava affiliati ai quali chiedeva il presidio di un mercato locale, una licenza, una disponibilità immobiliare e una capacità finanziaria adeguata.
La grande distribuzione e l’abbigliamento hanno per primi utilizzato tale formula, e oggi le percentuali di presenza dei marchi operanti in franchising, sia presso le principali vie commerciali delle città italiane, sia presso i centri commerciali, sono in continua evoluzione con costante tendenza all’aumento.